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Se si potesse non morire

  • Anna
  • 24 giu 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

"Bianca come il latte rossa come il sangue" di Alessandro D' Avenia.


Ho intitolato questa recensione col titolo della canzone dei Modà. Perché? Semplicemente perché il film tratto da questo libro la ha come colonna sonora e perché racchiude in una sola frase quello che ho pensato leggendo "Bianca come il latte rossa come il sangue".


Leo, il protagonista di questa storia, ha 16 anni e come tutti gli adolescenti sulla faccia della terra pensa che ciò che prova debba restare dentro di lui. Attribuisce un colore a tutto ciò che prova e vive. Il bianco per lui è silenzio, non ci sono emozioni in mezzo al bianco.


Nella sua vita c'è spazio per tutti i colori: i suoi amici Niko e Silvia, i suoi genitori. Poi c'è Beatrice.


Occhi verdi che quando li spalanca prendono tutto il viso. Capelli rossi che quando li scioglie l' alba ti viene addosso.

Beatrice per Leo è il rosso.


Come l' amore è rosso. Tempesta. Uragano che ti spazza via. Terremoto che fa crollare il corpo a pezzi.

Le giornate a scuola sono monotone, tranne per quei pochi momenti in cui incontra Beatrice a scuola. Terribilmente monotone fino al giorno in cui arriva un nuovo professore di filosofia, che Leo soprannomina "il Sognatore", perché sprona fin dalla sua prima lezione i suoi alunni a vivere la vita intensamente e a cercare il proprio sogno. Il sogno di Leo è Beatrice e prima o poi glielo dirà.


Un giorno Leo scopre che Beatrice è ammalata. Il rosso del suo sangue sta piano piano diventando sempre più bianco e non viene più a scuola. Allora dopo essersi arrabbiato col mondo Leo comincia a prendersi cura di lei. Prima da lontano donandole il suo sangue che è ancora rosso. Poi passando i pomeriggi tenendole compagnia.


Prima di questo libro non avevo mai pianto leggendo. Ad un certo punto, dopo aver riletto la stessa pagina sono scoppiata in un pianto che è durato pure un bel pò. Per quella giornata non ho letto più, ho continuato il giorno dopo. Ho capito che la vita è imprevedibile e che imparare a fare i conti anche col bianco, anche se fa male, è difficile.


La semplicità e la verità che racconta D' Avenia è disarmante. Vissuta e raccontata da un ragazzo di soli 16 anni le frasi sono nette, semplici, nessun giro di parole. La rabbia, il dolore e l' amore sono sentimenti con cui prima o poi nel corso della vita si devono fare i conti.

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